Il "senza glutine" finisce nella ciotola dei quattrozampe
Se il padrone è gluten free
lo sarà anche il cane di casa
PATRIZIA GUENZI
Il gluten free impazza. Anche chi non è celiaco spesso e volentieri preferisce mettere in tavola alimenti senza glutine. Così, il più delle volte senza una ragione di salute precisa. Forse perché ultimamente va di moda dire "non sopporto il glutine, l’ho eliminato dalla mia dieta". E così, il gluten free finisce anche per contagiare la ciotola dei nostri quattrozampe domestici. In realtà, gli studi dimostrano che la maggior parte dei cani non è sensibile al glutine, soltanto alcuni.
"Mettere a dieta" anche il cane o il gatto di casa senza un reale motivo di salute non è necessario. Infatti, la maggior parte degli animali domestici e delle persone, comprese molte di quelle che seguono una dieta priva di glutine, può effettivamente tollerare il glutine. "Diciamoci la verità: è una sorta di moda, di frenesia, direi, che ha preso molti di noi e che di conseguenza coinvolge anche le bestiole di casa - osserva Stefano Boltri, veterinario -. Anche se un minor apporto di cereali è comunque positivo, soprattutto per i gatti che hanno un intestino tenue tipico di un carnivoro". Inoltre, diversi studi hanno trovato collegamenti con malattie legate al glutine o al frumento. "Il problema spesso è l’esagerata quantità di gran turco contenuta in alcuni alimenti per animali - riprende Boltri -. Il frumento costa molto meno della carne e quindi se ne mette in abbondanza. Sovente si ha a che fare con un’intolleranza ai cereali più che al glutine. Un’intolleranza che può effettivamente causare problemi gastroenterici nei cani e nei gatti".
L’errata alimentazione, in un senso o nell’altro, provoca una lunga serie di malattie ben conosciute dai veterinari. Alcuni proprietari sono convinti di dover dare il meglio ai loro animali domestici, che secondo loro significa mettere nella ciotola solo cibi sofisticati e costosi. Ma in alcune situazioni risultano poco digeribili e alla lunga anche dannosi. Senza parlare dei costi, spesso esagerati. "Per scegliere un cibo piuttosto di un altro - spiega il veterinario - bisogna leggere il contenuto sulla confezione. Il primo ingrediente è quello più presente, quindi se la carne è citata dopo mais e farina di mais è evidente che la quantità sarà inferiore ai primi due".
Che fare? Ovviamente ascoltare i consigli del veterinario che conosce bene le eventuali problematiche dell’animale e sa suggerire il cibo, secco o umido, più indicato. Ricordando però che i disturbi gastrointestinali sono spesso dovuti a situazioni di stress che l’animale vive. Proprio come noi, alcune bestiole sono più sensibili di altre, ad esempio, alla modifica della routine quotidiana o dell’ambiente: nuovi luoghi, ospiti, cambiamenti nelle abitudini, traslochi, viaggi... Così come ai rumori forti e all’invasione dello spazio: interruzione del riposo, troppi abbracci e baci, e alla separazione dai membri della famiglia. In questi casi il loro cervello produce sostanze chimiche che segnalano stress al resto del corpo, compreso l’apparato digerente. In questi casi la nutrizione può fare una grande differenza, dare sollievo.
Tuttavia, meglio sarebbe agire alla radice. Evitareb qualsiasi fonte di stress al quattrozampe di casa. Più del gluten free, proprio come per noi duezampe, è l’ambiente a condizionare il benessere di un essere vivente.
p.g.
20.02.2021