Gli svizzeri consumano 50 kg di saccarosio l'anno. Troppi
Un killer silenzioso
di nome zucchero
PATRIZIA GUENZI
Nei nostri piatti si aggira un killer silenzioso, lo zucchero. Soprattutto nell’alimentazione degli svizzeri, popolazione estremamente dolce, quasi 50 chili a testa l’anno. Una media molto più alta di quella europea (36,7 chili). Per fortuna negli ultimi anni qualche rimedio è stato preso per ridurre l’apporto di questo pericoloso alimento che attenta, seppur dolcemente, alla nostra salute, favorendo sovrappeso, obesità, carie e diabete. In molti cibi, infatti, la quantità di zucchero è già stata ridotta drasticamente. Cornflakes, müsli, jogurt, biscotti, cioccolato e bibite gasate sono "dimagriti" assai. Un’altra misura è quella di tassare alimenti e bevande zuccherate. Prima o poi ci si dovrà adeguare alle nuove linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità che consigliano una quantità di zucchero non superiore al 10% delle calorie complessive quotidiane.
Un occhio di riguardo va alle nuove generazioni. Riuscire a ridurre il girovita sin dall’età infantile abbassa il rischio di diventare un adulto con problemi di peso o obeso. "Molte famiglie ancora sottovalutano l’importanza di una dieta sana sin dai primissimi anni di età - dice il pediatra Paolo Peduzzi -. In generale, però, e questo è un dato positivo, oggigiorno vedo molte meno carie nei bimbi. Probabilmente è passato almeno il discorso di non mettere lo sciroppo nel biberon". Ma non basta. I genitori hanno il compito di spiegare ai figli l’abc di una corretta alimentazione. "E qui siamo ancora indietro, non tutti gli adulti se ne rendono conto - sottolinea il dottor Peduzzi -. Hanno magari loro stessi cattive abitudini a tavola e quindi non possono essere un buon esempio per i figli". Invece, mamma e papà devono riuscire a dare delle regole, con la sufficiente autorevolezza che li faccia rispettare. Spesso, per quieto vivere, sono i bambini a decidere cosa e quanto mangiare.
Nel mondo i bambini sotto i cinque anni in sovrappeso o obesi sono 41 milioni, 10 in più di quanti erano nel 1990. In Ticino l’obesità infantile raggiunge circa il 4-5% della popolazione, con minime differenze tra i due sessi. Il sovrappeso varia invece tra il 10 e il 15%. A preoccupare di più è il notevole aumento annuo, regolare da decenni. Non è soltanto una questione estetica, il sovrappeso, anche nell’età infantile, apre le porte a numerose patologie che si possono trascinare per tutta la vita. Con costi sanitari non indifferenti.
Promozione salute svizzera ha esaminato per la terza volta, la diffusione di sovrappeso e obesità negli alunni in diverse regioni del Paese. Considerando tutti i livelli scolastici, il 16,4% degli allievi è in sovrappeso oppure obeso. La percentuale di questi cresce con l’aumentare dell’età. All’asilo o nel primo anno di scuola un bambino su nove è in sovrappeso o obeso, nel livello secondario la percentuale sale a uno su cinque. "Da qui l’importanza di intervenire tempestivamente, sin dai primi mesi di vita", ribadisce Peduzzi.
La maggior parte delle aziende e molti grandi magazzini hanno ridotto lo zucchero nei loro prodotti. A volte, anche a scapito del gusto. Recenti, infatti, le polemiche dopo che un supermercato svizzero in un birchermüsli ha ridotto la quantità del 10%. "È la morte del miglior bircher del mondo", ha scritto alla direzione un cliente. "La nuova ricetta? La trovo semplicemente catastrofica", gli ha fatto eco un altro consumatore. Le abitudini son dure a morire.
05.11.2017