Sì delle cliniche al governo, anche se la Santa Chiara...
Due dozzine di sanitari
per i centri Covid ticinesi
PATRIZIA GUENZI
Due "sì" pieni e un "no però...". In pratica, si traducono in circa due dozzine di unità sanitarie che saranno messe a disposizione dei due centri Covid del cantone. È la risposta delle cliniche Sant’Anna di Sorengo, Ars Medica di Gravesano e Santa Chiara di Locarno alla richiesta del governo di trasferire alla Clinica Luganese Moncucco e all’ospedale La Carità di Locarno (i due centri Covid appunto) il proprio personale sanitario. Medici e infermieri di anestesiologia, medici assistenti, infermieri in cure generali, assistenti di cura, fisioterapisti.
"No però..." per la Santa Chiara. "La minaccia di essere precettata non mi va - spiega la dottoressa Daniela Soldati -. Al governo ho risposto di no! Ho però dato la mia piena disponibilità al direttore della Clinica Luganese Moncucco a cui ho detto ‘sai che ci sono’". In sostanza, se i contagi dovessero raggiungere una soglia tale da non più consentire al centro Covid del Sottoceneri di curare i pazienti, la Santa Chiara è pronta a trasferire una dozzina di unità a tempo pieno, tra cui personale specializzato. "Il governo vada a precettare i ventisei sanitari disoccupati che comunque già paga", aggiunge Soldati.
Più tranquille, invece, le trattative tra governo, Sant’Anna e Ars Medica, che non danno numeri precisi sul personale pronto per il "trasferimento". Dovrebbe aggirarsi attorno alle dodici-quindici unità. "Abbiamo inviato al Cantone una tabella che suddivide le varie specialità, il personale e i letti che così potrebbero venire aggiunti", dice la direttrice della Sant’Anna, Michela Pfyfer von Altishofen. D’altro canto il gruppo cui fanno riferimento le due strutture, subito dopo la richiesta del governo si era detto disponibile a dare manforte alla prima linea. "Siamo anche pronti - aggiunge la direttrice - ad aprire ad altre strutture le porte delle nostre sale operatorie".
14.11.2020