Altri articoli


di 0


Leggi in anteprima
le notizie del Caffè
le notizie del Caffè

i sentimenti

Un racconto di Andrea Vitali
Quel folle amore
tra marito e moglie

tra marito e moglie
"Per l'Amore ho sfidato
ragionevolezza e età"
ragionevolezza e età"
Anche la cultura non resiste
al fascino dell'amore
al fascino dell'amore
Ammaliati da Di Caprio
ma pure da due 80enni
ma pure da due 80enni
La vita prima del sì
in un deserto rosa
in un deserto rosa
Le relazioni degli altri
per scoprire noi stessi
per scoprire noi stessi
L'amore diventa digitale
e trasforma le relazioni
e trasforma le relazioni
"Rischiamo di dimenticare
parole, baci e abbracci"
parole, baci e abbracci"
"In fin dei conti il web
è come la discoteca"
è come la discoteca"

Vite al verde
Il pianeta lo salviamo
anche con la carta sporca
anche con la carta sporca
Come il vento delle Alpi"
si trasforma in energia
si trasforma in energia
In Grecia isole minacciate
da una foresta di pale
da una foresta di pale
IL DOSSIER

Per le malattie rare
farmaci personalizzati
farmaci personalizzati
IL REPORTAGE

"The game" in Bosnia
per trovare una famiglia
per trovare una famiglia
Questo mondo…

In un mondo sospeso
a divorare serie tv
…l'altro mondo

Come ti riciclo il cibo
a un terzo del prezzo
LE FIRME DEL CAFFÈ
DIARIO di Giuseppe Zois
Don Chiappini e la Curia,
le ferite che fanno male
le ferite che fanno male
Giuseppe Zois
Caro Diario,
è noto dalla notte dei tempi come nascono e si propagano le notizie. Una efficace raffigurazione la fece già Virgilio (70-19 avanti Cristo), scrivendo della "fama", un mostro orribile con innumerevoli orecchie, occhi, bocca. Fattore decisivo è la velocità, tutto il resto - verifica e attendibilità - è secondario. Vediamo bene la crescita incontrollabile delle "fake news". Importante è creare clamore mediatico.
IL CASO di cui si è parlato allo scoppio il 20 novembre e poi in questi giorni è quello di don Azzolino Chiappini, 80 anni, posti di responsabilità a più riprese nella vita della diocesi: vicario generale, arciprete del Capitolo della Cattedrale, teologo e rettore della facoltà di Teologia. Una deflagrazione il suo arresto, confermato da comunicato del Ministero pubblico. Nuovo rumore dal 24 febbraio con il decreto di abbandono "non essendosi corroborati gli indizi dei reati ipotizzati" (peraltro molto pesanti, sequestro di persona, coazione, lesioni semplici). Determinante per la chiusura la testimonianza della presunta vittima che forse poteva essere ascoltata prima di far partire la valanga.
CON IL SUO STILE di sobrietà, don Chiappini - comprensibilmente ipersollecitato dai media - ha ripercorso ciò che ha vissuto come sfregio alla dignità. Lo ha fatto con misura e pacatezza, lamentando la "cosificazione" subita, dal momento in cui fu affrontato da 4 o 5 poliziotti, a tutto il post. Il Procuratore Generale Andrea Pagani ha voluto motivare il "come" del trattamento, perché "non esistono imputati di serie A e di serie B". Più che di "proporzionalità" sarebbe appropriato parlare di sproporzione. Uno scrittore libero e franco come Arnaldo Alberti ha definito "sconvolgente" il trattamento riservato al prete, per il quale sarebbe bastato l’intervento di un assistente sociale, coadiuvato da agenti di polizia... in abiti civili invece che con l’uniforme, per salvaguardare l’integrità della persona nei confronti di terzi, testimoni occasionali dell’intervento coercitivo".
A BOTTA CALDA Alberti non aveva risparmiato critiche alla stessa istituzione Chiesa e all’attuale vescovo "con tutta probabilità a conoscenza della situazione" di don Chiappini. Invece, prima ancora che uscisse il decreto di abbandono, la Curia ha fatto firmare al sacerdote la rinuncia ad ogni incarico. Un’immeritata e precipitosa punizione a priori. Carlo Silini sul CdT scrive testuale: "Non abbiamo avuto l’impressione di un sostegno ufficiale particolarmente convinto di don Chiappini da parte delle autorità diocesane". Di certo è mancato quell’auspicabile senso fraterno, ancor più dovuto dopo il totale scagionamento di una personalità di spicco troppo sbrigativamente infangata.
è noto dalla notte dei tempi come nascono e si propagano le notizie. Una efficace raffigurazione la fece già Virgilio (70-19 avanti Cristo), scrivendo della "fama", un mostro orribile con innumerevoli orecchie, occhi, bocca. Fattore decisivo è la velocità, tutto il resto - verifica e attendibilità - è secondario. Vediamo bene la crescita incontrollabile delle "fake news". Importante è creare clamore mediatico.
IL CASO di cui si è parlato allo scoppio il 20 novembre e poi in questi giorni è quello di don Azzolino Chiappini, 80 anni, posti di responsabilità a più riprese nella vita della diocesi: vicario generale, arciprete del Capitolo della Cattedrale, teologo e rettore della facoltà di Teologia. Una deflagrazione il suo arresto, confermato da comunicato del Ministero pubblico. Nuovo rumore dal 24 febbraio con il decreto di abbandono "non essendosi corroborati gli indizi dei reati ipotizzati" (peraltro molto pesanti, sequestro di persona, coazione, lesioni semplici). Determinante per la chiusura la testimonianza della presunta vittima che forse poteva essere ascoltata prima di far partire la valanga.
CON IL SUO STILE di sobrietà, don Chiappini - comprensibilmente ipersollecitato dai media - ha ripercorso ciò che ha vissuto come sfregio alla dignità. Lo ha fatto con misura e pacatezza, lamentando la "cosificazione" subita, dal momento in cui fu affrontato da 4 o 5 poliziotti, a tutto il post. Il Procuratore Generale Andrea Pagani ha voluto motivare il "come" del trattamento, perché "non esistono imputati di serie A e di serie B". Più che di "proporzionalità" sarebbe appropriato parlare di sproporzione. Uno scrittore libero e franco come Arnaldo Alberti ha definito "sconvolgente" il trattamento riservato al prete, per il quale sarebbe bastato l’intervento di un assistente sociale, coadiuvato da agenti di polizia... in abiti civili invece che con l’uniforme, per salvaguardare l’integrità della persona nei confronti di terzi, testimoni occasionali dell’intervento coercitivo".
A BOTTA CALDA Alberti non aveva risparmiato critiche alla stessa istituzione Chiesa e all’attuale vescovo "con tutta probabilità a conoscenza della situazione" di don Chiappini. Invece, prima ancora che uscisse il decreto di abbandono, la Curia ha fatto firmare al sacerdote la rinuncia ad ogni incarico. Un’immeritata e precipitosa punizione a priori. Carlo Silini sul CdT scrive testuale: "Non abbiamo avuto l’impressione di un sostegno ufficiale particolarmente convinto di don Chiappini da parte delle autorità diocesane". Di certo è mancato quell’auspicabile senso fraterno, ancor più dovuto dopo il totale scagionamento di una personalità di spicco troppo sbrigativamente infangata.
06-03-2021 21:30
Papa Francesco
Marte,
I video della settimana
Inviate i vostri video a caffe@caffe.ch